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Come prevenire gli episodi di bullismo?
Educare
Il bullismo è una dinamica che coinvolge una o più persone che si sentono forti e prevaricano una persona (raramente due o più persone) che viene percepita come più debole. La disparità di “potere” percepita è alla base del fenomeno, che poi viene “spiegato” dai bulli con una “proiezione della colpa” sulla vittima: è perché è nera, è ebreo, è gay, è grassa ecc.
Cosa può fare il personale scolastico?
Un primo strumento di prevenzione del bullismo è sicuramente l’educazione che deve mirare a due obiettivi convergenti:
• informare gli studenti e le studentesse sul fenomeno del bullismo e sui suoi effetti;
• decostruire i pregiudizi e gli stereotipi che vengono utilizzati per “giustificarlo”.
È quindi importante che in momenti dedicati ma soprattutto nelle vostre ore di lezione troviate il modo di parlare di razzismo, di antisemitismo, di sessismo, di islamofobia, di omofobia e di diversità in generale.
Rispetto allo specifico del bullismo omofobico, fondamentale è sviluppare conoscenza e consapevolezza. Esaminare i propri comportamenti e opinioni circa la sessualità e considerare le proprie contraddizioni.
Esaminate il linguaggio che usate quotidianamente: partite dal presupposto che in tutte le classi ci sono studenti non eterosessuali e considerate se il linguaggio che usate quotidianamente riflette questa situazione.
Ricordate che circa 1 studente su 15 non è eterosessuale; è molto probabile quindi che in ogni classe ci sia almeno uno studente o una studentessa lgbt. Usate le parole “lesbica”, “gay”, “bisessuale” e “transgender” come parte del vocabolario quotidiano. Usate un linguaggio che ammetta possibilità lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender): per esempio “partner” invece di “ragazza/o”.
Se si definisce l’omosessualità chiedete che venga definita anche l’eterosessualità in modo da non confermare l’idea di una norma e di un’eccezione. Parlate di “origine”, piuttosto che di “causa” dell’orientamento sessuale.